Riflessioni

La camera oscura

Parlare di Camera oscura nel Laboratorio fotografico Fotogramma24 vuol dire parlare di un metodo che ancora oggi, nonostante la presenza invadente del Digitale, riveste la  sua importanza. Sicuramente per Marco e Simona Bugionovi che dagli anni 70 sono cresciuti nel laboratorio del padre, Franco Bugionovi e dove hanno appreso tutte le tecniche migliori per Stampare al meglio su qualsiasi tipo di supporto.
Oggi il laboratorio è uno dei pochi a Roma, in Italia a lavorare ancora con la Camera Oscura. Quella stanza in qualche modo magica dove i negativi entrano asettici e dalla quale stanza escono stampe stupende. Per mostre, istallazioni, o semplici fotografie. Semplici non è la parola adatta…
Ed è l’equilibrio la parola chiave che deve essere usata per definire al meglio la Camera Oscura. Gli artisti, i grandi fotografi lo sanno molto bene. E la pretendono assolutamente.

Il metodo è quello classico: stanza assolutamente buia, una tenda nera per evitare infiltrazioni minime di luci esterne, la presenza di piccole fonti di luci rosse… per la  necessità di chi opera di poter manovrare al meglio gli strumenti.
Suggestiva quanto magica…entrare nella Camera Oscura è un’esperienza particolare: dalla luce al buio, dal giorno alla notte, si inciampa su qualcosa che non si conosce, i passi sono piccoli e attenti.  Un senso di smarrimento ti assale…ma è solo un attimo. L’istinto è quello di trovare dei punti fermi…gli occhi si sforzano per individuare proprio quelle piccoli segnali rossi… la curiosità aumenta ma non è aiutata dalla situazione BUIO. Dopo pochi minuti… la visione radicalmente cambia. Improvvisamente è tutto stranamente evidente. Riesci a vedere, individuare quasi tutto… l’Ingranditore, lo sviluppatore, le vaschette nelle quali avviene la magia. Persino le persone.
Ed ecco che Simona, cortese come sempre, si accinge a spiegare…l’avrà fatto milioni di volte per curiosi, amici, bambini. Oppure per uno stagista, uno studente, un’appassionato... e soprattutto per quelli che, conoscendo la tecnica, la pretendono assolutamente per i loro lavori. Vogliono esserci anche nel procedimento…soprattutto nel procedimento.

Carta cotone, inchiostri Piezography ai pigmenti di carbone, stampanti per grandi formati e non e la più tradizionale stampa baritata da camera oscura. Il menù di una professione che si rinnova  pur nella continuità delle sue origini.
Il cartaceo nella fotografia sembra oggi un tenero ricordo…ma non è così. Non da Fotogramma24, non da Simona e Marco… ai quali chiedere di usare una “digitale” può essere pericoloso…

Dal Laboratorio Fotogramma24 escono stampe non solo su carta, ma anche su vetro, su legno ed altri supporti “atipici”.  Ma sono gli strumenti quelli che emozionano di più… hanno un sapore di vero, di classe di importanza senza sfoggio. Di realtà e non di finzione. Ingranditori , tank, sviluppi e fissaggi, emulsioni argentiche, fondamentali per la stampa in BIANCO e NERO.  E i grandi fotografi lo sanno.

Oggi non si stampa più in modo tradizionale in camera oscura…il metodo digitale ha velocizzato i tempi a dispetto della qualità. Come tutto oggi nella vita…
Ma da Fotogramma24 l’impegno è sempre al massimo e la qualità al primo posto: “A volte capita di impegnare una giornata intera anche per stampare una sola fotografia, perché destinata magari ad una mostra, ad un allestimento.  A volte i grandi fotografi, artisti dell’immagine,  ti rimangono accanto per suggerire il modo di intervenire su un determinato colore, sull’intensità, sulla luce. A volte vanno oltre… si spingono a parlare di “contrasto”  ottimale...”
Uno scambio assolutamente necessario, dice Marco Bugionovi, per la nostra crescita professionale, certo, quando è costruttivo. Capita a volte di avere a che fare con autori che interferiscono troppo e in modo inadeguato e questo danneggia il lavoro....  Noi siamo stampatori, dice Marco, non abbiamo la pretesa di creare o intervenire sulle immagini… Il nostro ruolo è quello di i ottenere un’ottima stampa. Rifiutiamo qualsiasi tipo di intervento… sulle foto, anche solo per variare uno sfondo… Non siamo dei “photoshoppisti” e non vogliamo esserlo…
Richieste di modifica su foto, colore, luminosità magari in un punto dell’immagine…sono moltissime. Qualcuno che non ci conosce un tentativo lo fa… ma viene immediatamente fermato .. Questo tipo di intervento non rientra nei nostri compiti e non vogliamo farlo.

Per quanto riguarda l’acquisizione digitale da pellicola il nostro compito è quello di capire se la stampa con la carta baritata tradizionale, quella della stampa  in camera oscura, può creare dei problemi per il montaggio ad esempio sui pannelli, per una esposizione.. …
In quel caso, acquisire il negativo in digitale e stamparlo su carta  più adatta allo scopo si rende necessario per evitare inconvenienti durante la mostra. Esiste ad esempio una carta tipo la “barita” che ha una resa molto simile  ad una classica stampa da ingranditore, ma crea meno problemi una volta montata.

Nella stampa in B/N invece, alcuni artisti scelgono una strada diversa rispetto alla stampa baritata su carta, da ingranditore. A volte capita di stampare su lastre di vetro, che prevede una lavorazione faticosa ed ostica, perché è un materiale che non assorbe e quindi la difficoltà sta nel stabilizzare l’emulsione che viene stesa a spruzzo…  
L’emulsione, che alla fine è una stampa chimica,  ci dice Simona, si trova in commercio ed è molto utile per la stampa su supporti diversi.  Personalmente mi diletto a individuare e sperimentare cose diverse: ho stampato anche su muro, costruendone uno  in camera oscura fatto di veri mattoni.

Ciò che riteniamo importante è comunque sempre il contatto con l’autore, l’artista…le loro idee vengono sempre rispettate… certo noi ci mettiamo la tecnica ed insieme studiamo il risultato migliore.

La stampa digitale in B/N invece consente al computer di essere molto più preciso, intervenendo efficacemente su dettagli che in camera oscura, potrebbero  creare dei problemi. In effetti noi preferiamo sempre la pellicola….

Un altro aspetto da considerare in fotografia è quello di una “calibrazione complessiva del sistema monitori-stampante…”. Marco Bugionovi spiega che si affida molto ai calibratori, perché, la differenza da considerare è sempre quella della carta. Infatti, spesso mi creo dei profili di stampa con dei software specifici.. per studiare la realizzazione migliore..
Capita spesso che i clienti arrivino con una precisa idea perché hanno visto le loro foto sul computer, e poi si rendono conto che sul mio .. le cose sono diverse ed io mi fido del mio computer perché ovviamente perché avendo sviluppato un sistema di calibrazione ottimale monitor-stampante, sono certo che colori, contrasti, luminosità sono quelli giusti.

Le stampe da digitali possono essere diverse ed infatti la varietà della carte per la camera oscura si è spostata verso le carte da stampanti. C’è la baritata che imita la politenata, poi c’è quelle per uso artistico che hanno la superficie più liscia o più granulosa, più spesse, più sottili.
Noi cerchiamo di lavorare assolutamente con carta qualitativamente ottima come la carta cotone. Specialmente quelle non trattate che, oltre ad essere neutre, prive di acidità, non ricevono l’inchiostro solo su uno strato di superficie, ma lo fanno penetrare dentro il supporto, in profondità. Questo, insieme all’utilizzo di inchiostro Piezography ai pigmenti di carbone, rende la stampa praticamente inalterabile, e con una altissima conservabilità.

La carta cotone che utilizziamo viene fatta a mano in Francia, o da Cesare Bossi, uno stampatore con il quale collaboriamo per ottimizzare la lavorazione di questi supporti con gli inchiostri Piezography, per ora solo in B/N.
Inchiostri artigianali che usiamo insieme a i Warm Neutral che sono molto densi.  La Epson ha iniziato a produrli in cartuccia…ma ovviamente sono diluiti in maniera maggiore.  Noi facciamo uso delle Epson perché hanno un sistema di spruzzo dell’inchiostro ad aria compressa.


Il fascino della Camera Oscura è del tutto particolare. Si percepisce che le cose sono diverse. Molti giovani apprezzano, vogliono approfondire… vogliono imparare. A volte consentiamo loro di sviluppare il proprio rullino...